PROCESSO A “COLOMBO” di Mario Menini

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PROCESSO A “COLOMBO”

Penso che sia l’ora di smetterla con questi processi a Cristoforo Colombo e come Presidente della Associazione Liguri nel Mondo che da alcuni anni è presente con una nutrita delegazione alla parata del Columbus Day sulla 5^ Strada di Manhattan, posso testimoniare della grandissima partecipazione di pubblico e dell’entusiasmo collettivo che l’ha sempre caratterizzata. Non ci sono state contestazioni di sorta né iniziative in contrasto. Non si può parlare di Colombo per cercare di distruggerne l’immagine senza tener conto del contesto storico in cui è avvenuta la scoperta dell’America. Leggo di accuse di “genocidio culturale”; mi piace evidenziare quanto a tal proposito afferma il Prof. Roppo: “Colombo sentiva come suo dovere di cristiano e suddito spagnolo la conversione dei nativi ma era portato a farlo, come dice lui stesso nel ‘Diario di Bordo’, più con l’amore che con la forza”. Alla base di queste critiche che stanno diventando una moda, un vezzo dei tempi, c’è una profonda ignoranza della storia. Si segue lo spirito del momento senza approfondire, senza studiare. Non si può negare l’importanza storica di Colombo. Con il suo viaggio, con la sua scoperta, ha cambiato i destini del mondo. Non si può imputare a Colombo il fenomeno del colonialismo che è sempre esistito, gli stessi popoli sottomessi dai “conquistadores” hanno un trascorso di colonialismo, di asservimento delle popolazioni di diversa etnia, di schiavismo. Il colonialismo fa parte ahimè della natura dell’uomo ed è tuttora un elemento caratteristico della politica di molti. Come dice la Prof.ssa Airaldi riferendosi all’evoluzione storico-politica della scoperta e al terremoto universale provocato: “Siamo in un periodo aspro, in cui i paesi europei tendono ad espandersi ed a convertire nuove genti, anche con la forza. Ma altrettanto fa l’Islam: nel 1453 i turchi hanno preso Costantinopoli. Comunque l’esplorazione dell’Atlantico ha una storia ben più antica di cui Colombo raccoglie l’eredità.” E ancora, citando Marcello Carmagnani: “Si possono anche abbattere le statue ma il ricordo della scoperta dell’America rimarrà nella coscienza collettiva. L’Europa dal Rinascimento in poi ha svolto un ruolo importantissimo di apertura degli orizzonti mondiali. Lo si vuole cancellare? E da dove ripartiamo?”. In sintesi, non ha senso rimproverare a Colombo le usanze della sua epoca mentre “è storicamente fondato attribuirgli il merito di aver posto in connessione il Vecchio e il Nuovo Mondo” e questa è una delle basi su cui costruire l’identità comune europea di cui tanto si parla. Non è che scagliandoci contro Colombo e condannandolo si pone rimedio agli orrori che in nome del progresso e della religione sono stati commessi nel corso dei secoli. Distruggendo il personaggio di Colombo si elimina anche quello che ha fatto, il contributo che ha dato alla storia dell’umanità e questo vuol dire in definitiva andare contro se stessi. Colombo è parte di tutti noi “paradossalmente anche di quelli che lo stanno contestando con una ingiustificata coscienza critica” che deriva da un certo tipo di formazione il cui contributo fondamentale è proprio legato a quell’Europa, sono in effetti “eredi di quella storia che vogliono abbattere”.

Mario Menini

Presidente Internazionale

Associazione Liguri nel Mondo

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