IL NOME DI GIOVE SUL MASSO DI CICHERO

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IL NOME DI GIOVE SUL “MASSO DI CICHERO”

 

C’è la conferma che il “Masso di Cichero”, il lastrone di arenaria costellato di segni che hanno l’aspetto di numeri romani o lettere dell’alfabeto, ritrovato in una zona remota del monte Ramaceto, nell’entroterra di Chiavari, era utilizzato, in epoca precristiana, per usi culturali.  Il prof. Giovanni Mennella e la sua collaboratrice prof. Elena Cimarosti, entrambi docenti di storia romana ed epigrafia latina, hanno infatti individuato a chiare lettere la scritta IOVI, ossia “a Giove”, che probabilmente era accompagnata da una offerta votiva o voleva esprimere un ringraziamento. Ma oltre a questo nome, che si ritrova inciso per intero o in forma abbreviata, compaiono sulla roccia anche le lettere AVI, che potrebbero riferirsi a una divinità locale, celto-ligure, forse Avicantus, protettore delle acque. La notizia è stata data in una conferenza a Chiavari nel corso della quale il prof. Mennella ha illustrato il metodo seguito per evidenziare le scritte, che non essendo ben delineate come quelle delle epigrafi incise su marmo richiedono particolari accorgimenti. Non c’è dubbio che il risultato raggiunto apre uno scenario nuovo e di grande interesse, che conferma l’originaria intuizione sull’uso rituale del grande lastrone di arenaria. “Il nome di Giove – ha rilevato Mennella – è quello più ricorrente nelle scritte cultuali d’età romana, e non solo sul territorio italiano, ma è questo il primo caso di una sua presenza in Liguria”. Se  pensiamo che finora è stata esaminata una limitata superficie del masso, la prospettiva di trovare altre scritte viene data per sicura. Le ricerche, che proseguiranno questa estate,  sono rese possibili dal generoso sostegno di Vivian Cardia, di origini fontanine, sensibilizzata da Simone Galotti, già presidente dei “Liguri nel Mondo” di New York, originario di Genova, che era stato ai Prati di Cichero poco dopo la scoperta del masso e ne aveva intuito non solo il valore storico ma anche il richiamo turistico che potrebbe avere.  Ultimamente, nello scorso settembre, anche Vivian Cardia, in occasione di un suo viaggio in Italia, lo ha raggiunto percorrendo quel non facile sentiero che è stato aperto e poi migliorato grazie al suo aiuto. Con la scoperta del nome del “padre degli dei” viene a cadere l’affrettato e  superficiale giudizio che era stata espresso un paio di anni fa, secondo il quale i  segni presenti sul masso sarebbero tutti di origine naturale.

Renato Lagomarsino

Lascito Cuneo Museo Biblioteca

                  

Il nome di Giove inciso sulla roccia                        Il telaio e la quadrettatura per il rilievo delle incisioni

 

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