Prof. UMBERTO VALENTE PREMIO “LIGURE ILLUSTRE 2020”

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Giovedì  5 MARZO 2020 alle ore 16,30 presso la Sala di rappresentanza dei Liguri nel Mondo in Regione Liguria sarà consegnato il PREMIO LIGURE ILLUSTRE 2020 al Prof. Umberto VALENTE che da anni svolge la propria attività di medico chirurgo in Madagascar tra la gente del terzo paese più povero del mondo.

Per gentile concessione del “Il Secolo XIX”, riportiamo l’articolo del collega giornalista Bruno Viani:

«Dal Centro trapianti al Madagascar:

ora la mia missione è curare i più poveri»

UMBERTO VALENTE L’ex chirurgo del San Martino, 78 anni, volontario in Africa « Quando lasciai Genova nel 2012 avevo bisogno di aria nuova: l’ho trovata lì»

IL COLLOQUIO

Bruno Viani

«Quando alla fine del 2012 me ne sono andato da Genova lasciando il Centro Trapianti che stava attraversando il periodo più buio della sua storia, avevo bisogno di aria nuova. L’ho trovata in Madagascar dove, tra la gente del terzo Paese più povero al mondo, pensare di trapiantare un organo è una chimera e si devono affrontare malattie che qui in Italia non esistono più, dal colera a polio e tifo».
Umberto Valente, classe 1942, è tornato a Genova per qualche settimana, per ritrovare i vecchi amici e per stringere relazioni istituzionali come rappresentante di una piccola onlus e dell’ospedale Polyclinique Universitaire Next onlus di Antsiranana (Diego Suarez), 120 posti letto nel Nord Madagascar dove opera come volontario della Next fondata da Luigi Bellini.

RELAZIONI INTERNAZIONALI

Medici in prima linea, perché il Madagascar non è solo il paradiso naturale del film della Walt Disney. «Pensate a qualsiasi malattia che da noi è scomparsa, qui c’è e molte sono endemiche – racconta – la Ong della quale faccio parte sei anni fa ha dato vita a un ospedale che è il primo del nord del Paese e si sforza di operare con criteri occidentali, ma ha bisogno di sostegno: il governo malgascio spende l’equivalente di 5 euro per abitante ogni anno per la Sanità, medicine e cure gratuite non esistono, chi non può pagare le medicine non può essere curato, se qualcuno non lo aiuta».
Valente si è messo in gioco su più fronti, tutti a titolo di volontario. Come chirurgo in prima persona («Non sono giovane ma sono ancora in salute»), come docente universitario per formare i chirurghi di un Paese poverissimo. E come ambasciatore della sua Liguria nella terra d’adozione.
Così, grazie a contatti professionali di Valente, sono in fase d’avvio o di definizione accordi bilaterali tra il Polyclinique di Antsiranana e il Gaslini ( “Accordo di collaborazione nell’ambito dell’assistenza e della formazione pediatrica”), tra la Regione Liguria e la Regione malgascia di Diana (“Protocollo di intesa per la ricerca e la cooperazione in ambito sanitario”), tra l’Università di Genova e l’Università di Diego Suarez; sono in corso i primi contatti tra il Policlinique e il Policlinico San Martino.

E l’11 febbraio sarà a Genova l’arcivescovo di Diego Suarez che ha in calendario un incontro con il cardinale Angelo Bagnasco in vista di un accordo tra le due Diocesi. Sarà l’occasione anche per incontri laici ai massimi livelli, ancora da definire.


LO STRAPPO

«Via dall’ospedale che stava attraversando uno dei periodi più bui»
Lo scontro si era consumato tra il 2011 e il 2012, con una progressiva riduzione dell’attività del Centro Trapianti del San Martino, la creatura del chirurgo Umberto Valente, fino allo stop dei trapianti di fegato. Con corollari giudiziari per operazioni saltate. Nell’estate del 2012 Valente aveva presentato un esposto alla Procura della Repubblica. Sullo sfondo una guerra fra i vertici del centro, l’allora direttore generale del San Martino Mauro Barabino, la Regione e l’Università. Oggi Valente, che se n’era andato sbattendo la porta, ricorda quel periodo come «anni bui, avevo bisogno di respirare aria fresca. E l’ho trovata in un nuovo impegno di volontariato».


IN CERCA DI AIUTI CONCRETI
Valente è approdato alla onlus Next dopo lo strappo con Genova ed esperienze diverse, con Medicine sans frontières e Emergency (« Tre anni di missioni in giro per l’Africa e in Afghanistan»), ora parla di un viaggio «fuori dalla politica, dai partiti e dalle confessioni religiose» alla ricerca di sostegno tra le istituzioni e tra la gente. Perché la stragrande maggioranza della popolazione malgascia vive con meno di 2 euro al giorno e non è in grado di affrontare eventuali spese sanitarie.
Tra gli obiettivi raggiunti: a marzo, grazie al Gaslini, partirà un percorso di formazione per pediatri destinati a Diego Suarez. Tra quelli in vista del traguardo: «Una piattaforma online per consentire lezioni accademiche e scambi di esperienze con l’Università di Antsiranana che è nata sei anni fa col Polyclinique, è giovane e deve crescere».

     

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